Brano: Orsini, Felice
morte. Scoperto dalla polizia pontificia, nel marzo 1844 fu arrestato insieme al padre e condannato all’ergastolo, da dove potè peraltro uscire dopo soli 2 anni di reclusione, grazie all’amnistia generale imposta dai patrioti a Pio IX,
Eroe del Risorgimento
Stabilitosi a Firenze, Felice Orsini partecipò a moti repubblicani e pubblicò un opuscolo esortante alla lotta di liberazione, intitolato Alla gioventù italiana (1847), Accorse poi volontario nella guerra di indipendenza de! 1848 e prese parte alla difesa di Venezia. Nel 1849 accorse a Roma, contribuendo alla creazione della Repubblica Romana, della quale venne eletto deputato alla Costituente, assolvendo poi a vari incarichi di governo. Caduta la Repubblica Romana in seguito al proditorio attacco de! generale francese Victor Oudinot, capo del corpo di spedizione appositamente inviato da Luigi Napoleone (allora presidente della [...]
[...]indipendenza de! 1848 e prese parte alla difesa di Venezia. Nel 1849 accorse a Roma, contribuendo alla creazione della Repubblica Romana, della quale venne eletto deputato alla Costituente, assolvendo poi a vari incarichi di governo. Caduta la Repubblica Romana in seguito al proditorio attacco de! generale francese Victor Oudinot, capo del corpo di spedizione appositamente inviato da Luigi Napoleone (allora presidente della Repubblica francese), Felice Orsini riparò a Firenze, a Genova e infine a Nizza (marzo 1850). Qui, per sopravvivere, svolse un’attività commerciale, dedicandosi nello stesso tempo a studi geografici. Diede in quegli anni alle stampe un volume di Memorie e documenti intorno al governo della Repubblica Romana (Nizza 1850) e un testo di Geografia militare della penisola italiana (Torino 1852), destinato ad aiutare la lotta armata di liberazione nel paese.
Successivamente raggiunse Giuseppe Mazzini a Londra e, da questi, venne scelto per capeggiare i tentativi insurrezionali di Sarzana e della Valtellina (185354), entrambi falli[...]
[...]ma Herwegh, che aveva conosciuto a Zurigo) ' riuscì a fuggire dalle mani dei suoi carcerieri con un’evasione rocambolesca, passata alla storia. Rifugiatosi in Inghilterra, tenne conferenze e stese un racconto della sua carcerazione (Austrian Dungeons in lialy, Londra 1857) in cui denunciava gli orrori delle celle di segregazione sotterranee (dungeons) usate dagli austriaci contro i prigionieri politici. Nel 1857 pubblicò in Edim
L'evasione di Felice Orsini dal carcere di quadro dell'epoca
burgo un’autobiografia (Memoirs and Adventures) che, arricchita da una polemica antimazziniana, fu poi tradotta in Italia»
In queste Memorie politiche (Torino 1858) Orsini precisò il dissenso che l’aveva definitivamente allontanato dai mazziniani (« Mazzini, con tutto il suo buon volere, non ha fatto sino ad ora che sacrificare inutilmente delle vittime ed insinuare disunioni tra i patrioti »). L’Orsini aveva seguito fiduciosamente Mazzini ritenendolo « capo della rivoluzione » e in possesso dei mezzi materiali e morali per intraprenderla. Convintosi del[...]
[...]ente quel governo (purché non papa o straniero) e quell’individuo che con efficacia e potenza di mezzi intraprenda l’opera della libertà ».
L'attentato a Napoleone III
Animato da una energica visione politica e da intenti unitari, e tuttavia ansioso di vendicare il tradimento subito dalla Repubblica Romana per volontà di Luigi Napoleone, divenuto intanto con un colpo di stato Napoleone Ili imperatore (quindi per lui doppiamente traditore), Felice Orsini non esitò a progettare — nello spirito di quei tempi — la pubblica esecuzione del nuovo monarca, odiato dai repubblicani di ogni paese. L’azione, cui presero parte altri cospiratori, fu condotta a Parigi la sera del 14.1.1858, aH’ingresso del Teatro dell’opera, ma fallì: l’imperatore rimase indenne, mentre le bombe provocarono vari morti e feriti tra i suoi cortigiani. Subito arrestato, processato e condanna
Mantova in un
to a morte con il compagno di lotta Giuseppe Andrea Pieri (altro valoroso patriota, membro della sezione operaia della « Giovine Italia »), Orsini affrontò il processo[...]
[...]), Orsini affrontò il processo e la ghigliottina con straordinaria fermezza morale, degna della sua vita.
Fin dai giorni dell’esecuzione, non mancarono i tentativi di offuscare la personalità dell’Orsini, anche speculando su alcune lettere che dal carcere egli avrebbe scritto a Napoleone III per spiegare politicamente il suo gesto. Trascurata dalla storiografia ufficiale o misconosciuta dagli agiografi di Napoleone 111, in realtà la figura di Felice Orsini è da considerare tra le più nobili e significative del nostro Risorgimento, per il suo netto superamento della Carboneria e poi del mazzinianesimo, e per la chiara visione politica che lo sostenne nel particolare momento storico in cui venne a trovarsi. L’immagine di barricadero isolato e avventurista, o quanto meno ingenuo, è nel suo caso da respingere. I democratici e i dirigenti operai del suo tempo ebbero per lui grande considerazione politica. Nella sua opera autobiografica, il democratico russo Aleksandr Herzen (che ebbe occasione di conoscerlo da vicino) ci ha lasciato un ritratto di s[...]